Anche la gestione del settore dei rifiuti, da quelli ordinari a quelli speciali degli ospedali, sta risentendo della situazione d'emergenza innescata dalla diffusione in Italia del Coronavirus (Covid-19).
Le associazioni FISE Assoambiente (organismo di rappresentanza per le imprese dei settori igiene urbana, riciclo, recupero e smaltimento, attività di bonifica) e FISE UNICIRCULAR (Economia Circolare) hanno perciò inviato un appello al Governo affinché siano garantite "certezza ed adeguato supporto per gestire al meglio le inevitabili difficoltà operative che si sono determinate".
Una di queste riguarda il boom nelle richieste degli ospedali, che ha determinato, nei casi estremi (si parla delle strutture dove si presta assistenza ai contagiati dalla pandemia), un'attività di raccolta e gestione triplicate, con conseguente incremento del personale in campo e dei veicoli a supporto. Sono più di 90.000, al momento, gli addetti al lavoro in tutto il Paese.
Tale stato delle cose non può però sostenersi a lungo (il rischio è di un collasso del sistema in pochi giorni). "Nei diversi provvedimenti pubblicati dall’inizio dell’emergenza ad oggi - si legge ancora nella nota congiunta diffusa - manca un chiaro riferimento alle attività di gestione rifiuti.
Al fine di garantire la continuità delle attività nel rispetto delle misure di contenimento del contagio, chiediamo come prima cosa di chiarire in tempi brevi l’esclusione, dalle restrizioni contenute nelle disposizioni emanate, delle attività di raccolta, trasporto e gestione rifiuti, anche quando le citate attività interessano territori diversi".
Nel mantenere fermo il disposto dell'Art. 177 del Codice Ambientale (che impone che i rifiuti siano gestiti senza pericoli per la salute dell’uomo e senza recare pregiudizio all’ecosistema naturale), FISE Assoambiente e FISE UNICIRCULAR si sono appellate al Ministero competente per materia e, ove richiesto, alle Regioni o Enti di controllo per chiedere di: