GME: il primo impianto automatizzato di riciclo alluminio in Africa




(descrizione) GME Recycling, azienda leader nella progettazione e realizzazione di sistemi di riciclaggio, ha annunciato la realizzazione del primo impianto italiano completamente automatizzato di riciclaggio scarti di alluminio dell'Africa, in Nigeria.

Solo a Lagos, il 20% dei circa 13 milioni di tonnellate di rifiuti annuali viene raccolto correttamente, un’entità minima con conseguenze gravi quali infrastrutture intasate, inondazioni, malattie e una perdita stimata di 2,5 miliardi di dollari in potenziale valore di riciclo ogni anno. Motivo per cui GME Recycling ha voluto progettare un impianto che possa fare la differenza, avvalendosi di modelli sostenibili circolari.
Maurizio Mori, Responsabile Marketing e Vendite di GME Recycling, ha dichiarato: "In generale, in Africa esistono impianti per riciclare scarti di alluminio, ma nessuno con questa combinazione di elevata capacità (150.000 tonnellate di rifiuti all’anno) e livello di tecnologia e automazione GME, e quindi di resa finale. Si stima che dal nostro impianto si possa ottenere alluminio separato con una resa superiore al 97% e completamente automatizzato, riducendo drasticamente lo smaltimento dei rifiuti abbandonati e azzerando lo sfruttamento tipico di questi territori".
Il nuovo impianto, realizzato per la società Terra Aqua in Nigeria, rappresenta un importante passo verso un futuro più sostenibile, trattando diverse tipologie di alluminio con tecnologie avanzate.
È caratterizzato da mulini di frantumazione “MAX1700” e dal trituratore “VENTIDUDENTI”, ma anche da sistemi a correnti parassite e macchinari a raggi X, l'impianto riduce volumetricamente l'alluminio e ne elimina i contaminanti. Inoltre, l'impianto ha un forno a sola secca per trattare specifiche tipologie di rottami più “complessi”, come i blocchi motore, collegato ad un impianto di purificazione dei gas di scarico per minimizzare le emissioni.
L'investimento tecnologico ammonta a 6 milioni di euro, con un costo totale di realizzazione di 10 milioni di euro, considerando anche mezzi, persone e utilities. Il potenziale turnover stimato è di circa 177 milioni di dollari all'anno. L'iniziativa rappresenta un passo importante verso un'economia green in Nigeria, dove la gestione dei rifiuti è fuori controllo, con rottami spesso abbandonati, bruciati o interrati, in presenza di contaminanti come olio motore.