Con i suoi 100 metri di larghezza e 350 di lunghezza, l’Isola dei Pescatori è la più piccola tra le isole Borromeo del Lago Maggiore ma, con i suoi 14 ristoranti, è anche quella a più alta concentrazione di attività dedite alla ristorazione. Proprio gli scarichi dei ristoranti, ricchi di sostanze grasse e schiume generate dai detersivi per la pulizia di stoviglie e attrezzature di cucina, generano un importante problema ambientale, in un’area a forte vocazione turistica.
Le ridotte dimensioni dell’isola impediscono l’installazione di un impianto di depurazione, che risulterebbe inoltre diseconomico. Gli scarichi (90.000 mc di reflui/anno) sono quindi convogliati in una condotta che, correndo per 400 metri sul fondo del lago, raggiunge l’Isola Bella. Da qui, una seconda stazione di pompaggio li invia a Carciano, sulla terraferma, da dove sono convogliati a Stresa attraverso un collettore di dimensioni maggiori. Questo sistema tutela la qualità delle acque e permette di trattare i reflui in un moderno impianto, gestito da Acqua Novara.VCO.
L’idea di convogliare i reflui fino all’impianto viene però messa a dura prova nei mesi estivi (a maggior fflusso turistico) in quanto le pompe installate nella stazione di sollevamento non sono sufficienti allo smaltimento. Un problema non legato all’insufficiente capacità delle pompe, ma al fatto che i grassi presenti negli scarichi e portati in superficie dalle schiume di prodotti per la pulizia, formano il cosiddetto crostone che, accumulandosi sulle pompe, ostruisce il foro di aspirazione e sporca la stazione in modo eccessivo.
L'efficacia delle pompe viene così compromessa, rischiando la tracimazione dei reflui. Situazioni non percepite dai turisti, ma che creano problemi e costi elevati all’ente di gestione. Come spiega l’ingegner Giovanni Rissone, dirigente della società e responsabile della Divisione Impianti e Reti di Acqua Novara.VCO (il comparto che gestisce reti, stazioni di solleva mento e impianti di captazione e trattamento acqua potabile) “per ripristinare il funzionamento degli impianti di sollevamento ostruiti dai depositi di grassi, ogni anno si rendevano necessari interventi sia pianificati sia straordinari. Avevamo anche adottato accorgimenti tecnici come l’impiego di una valvola di flussaggio e una trituratrice, mentre nel pozzo avevamo immesso enzimi e batteri per sciogliere i grassi saponificati”. Ma i risultati rimanevano insoddisfacenti. Così, pur a fronte di una spesa di quasi diecimila euro in prodotti di trattamento, bisognava intervenire meccanicamente con l’ausilio di un autospurgo, portato sull’isola a bordo di una chiatta. Operazione necessaria, nella migliore delle ipotesi, almeno quattro volte all’anno ma che, a fronte di un esborso di altre decine di migliaia di euro, lasciava il problema in una fase di stallo.
La risposta risolutiva, per Rissone e i suoi collaboratori Giovanni Avolio e Carlo Mazzardi (responsabile area Impianti Nord dell’azienda), è arrivata dal confronto con i tecnici di Xylem Water Solutions, la multinazionale specializzata in tecnologie di movimentazione e trattamento acque reflue. L'azienda ha infatti lanciato sul mercato Concertor, il primo sistema di pompaggio per fognatura con “intelligenza integrata”, che coniuga l'esperienza idraulica di Flygt, marchio storico del settore, con le più innovative tecnologie di controllo. Concertor propone motori IE4 ad altissima efficienza combinati all'idraulica “adattiva-N” brevettata, insieme ad altre funzioni, quali: rilevamento di intasamenti, lavaggio pozzetto e pulizia pompa, avvio in rampa e protezione motore, che permettono di ridurre i costi di gestione.
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