Quasi 2 miliardi di persone vivono in aree con gravi carenze idriche e nel 2050 questo numero sfiorerà i 3 miliardi.
I dati pubblicati dall’Unesco fanno riflettere sul fabbisogno di acqua nel nostro pianeta che, al netto di vecchie tecnologie e sprechi, non è in grado di garantire a tutti un democratico utilizzo delle risorse idriche.
Frost & Sullivan – società californiana che si occupa di consulenza sulle strategie aziendali – stima che entro il 2030 il fabbisogno idrico aumenterà fino al 40 per cento. Per questo si stanno tenendo d’occhio quattro soluzioni da applicare a livello industriale.
La prima è la disinfezione UV per la decontaminazione attraverso l’inattivazione dei microorganismi.
La seconda prevede la decentralizzazione attraverso container esterni che si integrano alla rete idrica centralizzata.
La terza è una membrana di bioreattori che si attivano al passaggio dei liquidi nel trattamento di acque reflue e falde acquifere.
L’ultima è l'idrolisi termica che favorisce il recupero dei nutrienti riducendo la disidratazione.