Saponetta benedetta
L’olio vegetale esausto rappresenta da sempre un problema in termini di smaltimento.
Ma col progetto sviluppato a Roccella Jonica dalla cooperativa “Felici da Matti”, grazie alla raccolta differenziata dell’olio usato in cucina, dal 2013 si producono saponette arricchite al bergamotto (profumatissimo agrume calabrese ed eccellenza autoctona). Tutto un programma il nome del progetto: Bergolio, dalla forte assonanza col nome di Sua Santità.
E proprio per questo, i soci della cooperativa hanno inviato alcuni dei loro prodotti in Santa
Sede, chiedendo “la benedizione” per la scelta del nome che prontamente è arrivata.
Ogni anno vengono prodotte circa 60 tonnellate di olio esausto che diventano saponette,
contribuendo a gestire un rifiuto che è altamente inquinante e che, se gettato nelle fognature,
produce gravi conseguenze. Bravi bravissimi e via così… lisci come l’olio!
Geni della…lampada!
Creatività imbattibile. Coerenza e praticità pure… Ovviamente il tono è ironico, quando parliamo della pensata, di utilizzare piante bioluminescenti che potrebbero sostituire le lampade di case e giardini. Nella realtà lo studio pubblicato sulla rivista Science Advances è assolutamente impeccabile: il risultato ha portato alla produzione di una petunia che emette un bagliore molto simile a quello lunare. Viene infatti sfruttata la biologia sintetica, basata su di un gene chiave (come quello scoperto nei funghi) capace di produrre luce dal metabolismo interno della pianta, e che
darebbe emissione di luce in continuo cambiamento. La petunia sarà messa in vendita dall’azienda americana Light Bio ed è 100 volte più luminosa di quanto ottenuto in precedenza. E la richiesta negli Stati Uniti sarebbe già elevata. Ottimo. Ma quanta acqua sarebbe necessaria per illuminare una casa solo con le piante? Nei periodi siccitosi e di fronte alla crisi idrica mondiale cui stiamo andando incontro, come la mettiamo? Ci sarebbe realmente un risparmio di energia? No no, non ce la date a bere